Quando… la “carne” è debole…! Un monarca assoluto, un uomo dissoluto: chi era Papa Alessandro VI

All’interno dello Stato pontificio (il cosiddetto Patrimonium Sancti Petri) il papato ha esercitato il potere spirituale e temporale più assoluto.

Colui che saliva sul soglio papale si ergeva a “padrone dei cieli” e, allo stesso tempo, per quanto ai possedimenti ecclesiastici, anche a… “padrone della terra”.

Dal territorio laziale, il dominio terreno dei papi si fortificava, lungo i decenni, acquisendo sempre più chilometri quadrati.

Caliamoci verso il periodo storico a cavallo tra la fine dei Quindicesimo e l’inizio del Sedicesimo Secolo, sotto il papato di Alessandro VI, all’anagrafe Rodrigo Borgia.

Il papato, tra atti d’acquisto, regalìe, annessioni più o meno “pacifiche”, iniziava una massiccia politica espansionistica.

Nato nel Regno d’Aragona, nella città di Xàtiva, nell’attuale comunità autonoma Valenciana, dapprima chierico, poi notaio della Sede apostolica, poi cardinale beneficiario di numerose abbazie e vescovadi sparsi nel territorio, papa Alessandro VI progrediva velocemente verso la gloria papale, soprattutto grazie allo smaccato nepotismo dello zio Papa Callisto III, al secolo Alfonso de Borgia, ma anche grazie alla vicinanza dei successivi pontefici che si susseguirono in pochi anni sul soglio pontificio.

L’elezione a papa del Cardinale Borgia fu preceduta da sfacciati atti di corruzione e di accaparramento degli alti prelati aventi diritto di voto.

Per le condotte lascive, disinibite, audaci, Alessandro VI fu accusato dal frate domenicano Girolamo Savonarola, predicatore dell’austerità e della morigeratezza nei costumi e nelle condotte.

Avere davanti papa Alessandro VI, da un lato, e Savonarola, dall’altro, era come avere di fronte il nero ed il bianco … il “diavolo” e l’ “acqua santa”.

Tanto dissoluto, mondano, corrotto era il Borgia, quanto strenuo difensore della morale, dell’ordine, della pudicizia era il predicatore domenicano.

Savonarola non poneva in discussione la figura del Papa e delle altre autorità ecclesiastiche, ma si scagliava contro le persone che erano portatrici delle alte cariche della curia, in quanto indegne, privi di fede, lontani dalla teologia e dalle leggi.

Il 12 maggio 1497 Alessandro VI scomunicò Savonarola, anche perchè l’influenza del predicatore nel fiorentino e gli incitamenti verso la persona di Carlo VIII di Francia, al fine di “ripulire” la curia papale, iniziavano a non essere più graditi alle politiche del pontefice Borgia.

Un anno più tardi Savonarola finì arso al rogo, proprio con il “benestare” di Alessandro VI, cui si appoggiarono gli avversari politici del Savonarola al fine di annientarne l’influenza politica del frate all’interno della città di Firenze.

Al di là della fiera opposizione mossa contro di lui da Savonarola, papa Rodrigo Borgia sarà ricordato anche per la presunta relazione scandalosa che intrattenne con la figlia, Lucrezia Borgia.

Le letterature postume sono cariche di riferimenti più o meno “storici”, per lo più improntati verso la malizia e lo scandalo facile. Lo storico Francesco Guicciardini definì addirittura Lucrezia Borgia quale “figlia, moglie e nuora di Papa Alessandro VI”.

Alessandro VI

Cosa rimane oggi del pontificato di Alessandro VI?

Opere e costruzioni mirabili, di elevato pregio artistico ed architettonico, che testimoniano, al di là della corruzione del tempo, del lusso sfrenato e della mollezza nei costumi, una politica espansionistica molto forte da parte dello Stato della Chiesa.

Il 28 marzo 1499 papa Alessandro VI proclamò il Giubileo e ne approfittò per dar seguito ad importanti opere di ristrutturazione ed ingrandimento della zona che conduceva alla Basilica di San Pietro.

Sotto papa Borgia venne commissionata la famosissima “Pietà” a Michelangelo Buonarroti, mentre, in quegli stessi anni, il Pinturicchio si prendeva cura dei palazzi vaticani, dipingendo un ciclo di affreschi all’interno degli appartamenti Borgia.

Papa Alessandro VI realizzò anche il primo Orto botanico a Roma.

Antonio da Sangallo il Vecchio era architetto di fiducia del papa Borgia e si distinse per la sua tecnica di costruzione delle fortificazioni “alla moderna” anche dette “all’italiana”, con innovazioni rilevanti di tipo geometrico, che condurranno, nel Sedicesimo secolo, alla creazione delle mura fortificate a “pentagono” di Castel Sant’Angelo.

Uno dei primi esempi di questa mirabile architettura è la Fortezza di Nettuno, che nel progetto del Sangallo e nella successiva realizzazione poneva un presidio massiccio di tipo militare, in riva al mare, nella città che era il famoso “granaio” del Lazio.

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