L’art. 1 del DPCM dello scorso 26 aprile prevede, tra l’altro, all’art. 1, il divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto sia pubblici sia privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute.
In ogni caso, è consentito il rientro presso il proprio domicilio, la propria abitazione o la propria residenza.
Una volta che si sia fatto rientro presso il domicilio/abitazione/residenza, sarà poi possibile spostarsi nuovamente al di fuori della Regione solo in base alle regole previste in generale dal DPCM, ossia per comprovate esigenze lavorative o assoluta urgenza o motivi di salute.
Pertanto, una volta che si sia fatto rientro presso il proprio domicilio/abitazione/residenza anche provenendo da un’altra Regione, non saranno più consentiti spostamenti al di fuori dei confini della Regione in cui ci si trova, qualora non ricorra uno dei motivi legittimi di spostamento più sopra indicati.
In particolare, da domani 4 maggio sarà possibile far rientro nelle proprie case di origine, per tanti studenti “fuori sede”, che non sono potuti rientrare nelle famiglie di origine a causa dei vincoli governativi presenti sino alla giornata di oggi.
Per celebrare questa possibilità riconosciuta a tantissimi ragazzi studenti, che a tutt’oggi restano, loro malgrado, lontani dalle case d’origine, ho scelto di ricordare l’opera notissima “Il figliol prodigo” di Rembrandt, custodita all’Hermitage, che celebra appunto lo spirito di affetto incondizionato di un padre che riaccoglie il figliuolo, vittima di scelte sbagliate ed ora di nuovo supplicante di esser riaccolto presso la casa d’origine.
La scena è ritratta con colori caldi, che conferiscono un clima di serenità e di accoglienza, anche se la figura del fratello del “figliol prodigo”, sdegnata e per nulla amorevole, rammenta che un conto è l’amore, un conto è la giustizia, soprattutto tra consanguinei.
Rembrandt non giudica: ponendo le tre figure su un primo piano, lascia che sia lo spettatore a valutare e dare il proprio personale responso.
Tornando al rientro di tanti studenti “fuori sede”, occorre evidenziare anche la problematica degli affitti che costoro sostengono, secondo il modello standard di contratto “locazione abitativa per studenti universitari”.
Ebbene, l’emergenza epidemiologica senz’altro consente loro il recesso per “gravi motivi”, previo avviso che tuttavia va formalizzato, a mezzo raccomandata, almeno tre mesi prima dal rilascio dell’abitazione locata.
Nulla vieta alle parti di raggiungere un’intesa diversa, al fine di tramutare il recesso unilaterale in risoluzione consensuale (ai sensi dell’art. 1372 del codice civile).
Va evidenziato che la Regione Sicilia si è mossa in maniera fattiva al fine di aiutare i propri studenti fuori sede: infatti sono stati stanziati 7 milioni di euro per aiutare i ragazzi che studiano all’università fuori dalla Regione, come contributo per il loro alloggio.
I destinatari della misura debbono dimostrare di aver mantenuto la permanenza nella sede di destinazione almeno dal 31 gennaio fino alla data odierna, dovranno risultare iscritti regolarmente all’anno accademico 2019/2020 ed il loro nucleo familiare deve avere un reddito ISEE non superiore a 23 mila euro annui.