Lo scorso 10 dicembre il Tribunale Civile di Milano ha pronunciato Sentenza con cui la nota casa di moda “Dolce & Gabbana” è stata condannata a rifondere, in favore di Diego Armando Maradona, circa 70 mila euro oltre spese legali, per aver indebitamente fatto uso del nome del mitico calciatore argentino, su t-shirts utilizzate durante un evento di moda milanese.
Il Magistrato milanese non ha ritenuto che il nome del grandissimo atleta, per quanto noto a chiunque, potesse rappresentare un elemento denominativo di carattere “debole” tale da appartenere all’identità internazionale comune; “un operatore economico avveduto” (così argomenta il Giudice nella motivazione della Sentenza) “non può ragionevolmente ritenere che l’evocazione del “mito Maradona” possa conferire anche diritti di disposizione sul nome per finalità commerciali e, soprattutto, promozionali”.
Si tratta sempre del nome di un singolo individuo, peraltro utilizzato in modo abusivo da altri imprenditori; “trarre vantaggio dallo sfruttamento parassitario dell’altrui notorietà” (così viene argomentato ancora dal Tribunale milanese) ha finito per accrescere in modo esponenziale la rinomanza di un evento mondano, dal quale venivano senz’altro tratti benefici in termini patrimoniali e di diffusione del marchio appartenente agli indebiti utilizzatori.
Per questo, Diego Armando Maradona ha avuto il proprio ristoro economico, per quanto non elevatissimo (la richiesta iniziale era di un milione di euro); il Tribunale, infatti, ha valutato dover ridurre gli importi richiesti sulla base della circostanza che i due stilisti non avevano messo in commercio le magliette con il nome di Maradona, avendone fatto utilizzo solo durante la sfilata milanese.
E’ mio piacere condividere qui il breve video del mio canale YouTube, che tratta di questa vicenda mediatica, prima ancora che giuridica.