Nel dipinto “Due Madri, la madre nativa e la matrigna” il pittore russo Vladímir Yegórovich Makovsky dipinge una donna umile che fa irruzione all’interno di una sala di una casa ricco borghese.
Costei esibisce un documento dal quale parrebbe individuarsi l’effettiva nascita del bambino protagonista del quadro; quest’ultimo, nel frattempo, si rifugia impaurito tra le gambe della madre adottiva, anch’ella in stato di agitazione, mentre una inserviente della ricca famiglia cerca di placare l’azione della presunta madre biologica.
L’opera mi consente di introdurre un recentissimo intervento della Prima Sezione Civile della Cassazione, la quale con Sentenza dello scorso 22 settembre 2020 ha statuito in merito all’azione di accertamento della maternità promossa da un figlio mai riconosciuto da una genitrice che nel frattempo era deceduta.
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